“Nuda stabat aestas” sì come troia adagiata sul tempo mordeva l’afa con fare di cane che si rigira deciso nello sbranare la coda
nervosa musa di canti immobili estatici singulti stava…
quando dall’angolo di un arboreo futuro cadde nobile foglia di giallo capo
venne quindi la nebbia poi lunghi respiri e vapori di ricordi indecisi
freddo limpido sorso su bianco tavolo diamante
bianca la volpe bianchi anche i ricordi senza rimorsi
falsa promessa d’ improvviso tepore simbolo di effimero amore circonfuso d’antologico sentore
scivola piano bruciando marrone ogni più piccolo fiore
poi sì come troia adagiata sul tempo mordeva l’afa con fare di cane che si rigira deciso nello sbranare la coda…
Tornando l’estate. |